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I vigili di Napoli sulla "Bocca" di Giorgio   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Sul nuovissimo libro di Giorgio Bocca intitolato "Napoli siamo noi" è trattato criticamente l'argomento Vigili Urbani di Napoli, esattamente si tratta del capitolo 24 a pagina 97. Viene riportata la versione integrale di questo capitolo allo scopo di evidenziare come  "l'intellettualità" si sia avvicinata solo marginalmente al "difficile mestiere di vigile urbano" senza veramente analizzare tutti gli aspetti e le difficoltà con le quali questo "mestiere" deve continuamente misurarsi. Tra errori, a volte evidenti e mezze verità, non ci resta che leggerci cosa pensa di noi Giorgio Bocca.
Il difficile mestiere di vigile urbano
Fare il vigile urbano a Napoli non è facile; un vigile è stato denunciato giorni fa per non essere intervenuto a impedire una rapina. Era fermo in automobile e non si è mosso anche se davanti a lui guardie e ladri stavano sparando. Fra i vigili ci sono anche quelli che appartengono alla rara e quasi incredibile specie umana degli eroi, quelli che prendono dallo stato o dal comune paghe da fame ma si fanno ammazzare come nei racconti di De Amicis, e poi alla vedova consegnano la medaglia d'oro alla memoria. E poi ci sono gli altri, quelli che sequestravano le automobili in sosta vietata e poi le rivendevano all'estero, quelli che rubano e quelli che semplicemente seguono le due grandi scuole napoletane. La prima, in cui eccelse Antonio Gava, è "accettare la vita e la politica in negativo", vale a dire convivere con il peggio sapendo che a volerlo correggere si può causare un disastro; e la seconda è di "pomicizzare", un attivismo spumeggiante dagli esiti imprevedibili ma sicuramente dissipatori. I vigili urbani di Napoli hanno sempre rappresentato un problema irresolubile per molte ragioni. La prima è che essendo quattromilacinquecento formano un bacino elettorale che ogni uomo politico deve tenersi buono anche a costo di sopportarne i ricatti. Fra le opere buone e coraggiose del sindaco Russo Jervolino le è riconosciuta quella di essersi liberata di un comandante dei vigili inamovibile, uno che sapeva troppe cose non confessabili per essere messo alla porta. Ma la Jervolino, che non nasconde neppure la sua voce roca, lo ha fatto. Ci sono i vigili che non si accorgono che in molte farmacie si fanno false ricette, si smerciano medicinali rubati. È uno dei modi di accettare la vita in negativo: trenta-sette farmacisti sono stati denunciati ma nessuno è stato in prigione. E come sarebbe possibile mandarceli, visto che i medici che rubano sono centinaia e che a Bacoli erano tutti d'accordo, nella Asl, a falsificare tutto: certificati, diagnosi, cure. Una piaga dei vigili di Napoli è la sindacalizzazione e le specializzazioni. Dei duemilacentocinquanta in servizio quattrocento non sono in pratica disponibili perché fanno lavoro sindacale, non possono essere impiegati lontano da casa, possono rifiutare incarichi non contemplati dal loro statuto come fare servizi attivi. Il vigile che ha assistito senza muoversi a una rapina ha subito dichiarato che un vigile "non ha compiti di polizia", come quel sindaco di Palermo che in una conferenza stampa dichiarò che "fra i compiti di un sindaco non c'è quello della lotta alla mafia". I disponibili ai servizi si sono specializzati in nuclei. Nucleo per la protezione turistica, nucleo per il traffico, nucleo per la sorveglianza dei pontili. C'è anche un nucleo investigativo esentato dall'indossare la divisa e uno che dovrebbe controllare gli ambulanti, i quali per la tradizionale e quasi sacra tolleranza totale sono visibili e indisturbati in tutta la città, per non parlare del nucleo disciplina trasporti, che dovrebbero sorvegliare i tassisti abusivi che stanno tranquillamente in coda all'aeroporto e agli ingressi degli alberghi. Per anni il nucleo disciplina trasporti non si è accorto che nelle officine dell'azienda comunale gli autobus venivano sistematicamente sabotati e spogliati. Per la tenacia dimostrata in servizio, lo zelo nel perseguire i furbi e i trasgressori della viabilità era chiamato dai suoi colleghi Rambo. La sua specialità scoprire le automobili truccate e clonate. Ma nel giugno di questo anno si viene a sapere che il vigile Antonio De Felice è stato sospeso dal servizio, gli è arrivato fra capo e collo un procedimento giudiziario con l'interdizione dai pubblici uffici. La procura ha sequestrato una settantina di pratiche che portano la sua firma con timbri che sembrano contraffatti, atti di servizio, notifiche di sequestri di auto e ciclomotori. De Felice ha anche il fisico da Rambo: barba lunga, giubbotto antiproiettile. Il comandante dei vigili urbani lo aveva promosso caposquadra del nucleo "auto clonate". Una sorpresa? Proprio una sorpresa no, lo avevano già sospeso una volta, già censurato. Ma prima della sospensione faceva l'agente in un'unità operativa di Pianura. Non è escluso che torni in servizio come sono tornati i politici inquisiti per la grande rapina del terremoto. Dopotutto è un vigile che si da da fare, che vanta nel suo curriculum migliaia di denunce e di sequestri. Non è facile comandare i vigili urbani a Napoli. Un vigile ha presentato al comando un certificato medico nel quale si spiegava che "non può assumere posizioni erette prolungate". Un altro ha consegnato una documentazione clinica nella quale si attesta che "non può prestare servizio dove ci sono i rumori del traffico". Il comandante Carlo Schettini ha scritto all'amministrazione comunale che la legge 104 consente a un dipendente di evitare il trasferimento nel caso in cui un familiare sia ammalato. Schettini ha chiesto e ottenuto l'abolizione della legge perché erano duecento i vigili che vi avevano fatto ricorso. A prestare servizio in strada ci sono soprattutto gli anziani, mentre gli ultimi assunti, circa quattrocento, preferiscono il lavoro d'ufficio. Al comando dei vigili occorre essere esperti in filologia. La dottoressa Linda D'Ancona ha respinto il rifiuto di duecento vigili a essere trasferiti affermando che "non di trasferimento si trattava ma di semplice spostamento nella stessa città". Poi ci sono i permessi di studio per gli iscritti all'università o anche solo a corsi di lingua, con cui si evitano i turni di notte e i festivi. I vigili addetti ai parcheggi abusivi non vengono sostituiti quando sono in ferie, cioè nei periodi estivi di maggior lavoro. Così i parcheggiatori abusivi continuano a lavorare su tutto il lungomare. Ma fare rispettare la legge a Napoli si traduce quasi sempre in un aggravamento dei problemi. Dice il capo del gruppo antiabusivi Michele Esposito: "Non possiamo mettere le strisce blu per impedire la sosta dappertutto, andremmo contro la strategia del piano generale del traffico urbano". I posteggi più frequentati sono nelle mani della camorra, un affare di parecchi milioni di euro l'anno, tutti nelle mani dei "guardamacchine" camorristi. Nei posti dove parcheggiare è più difficile i guardamacchine chiedono cinque euro. Per sfuggire ai sequestri i guardamacchine passano continuamente l'incasso ai figli minorenni. Poche le donne che lavorano nei posteggi e tutte legate a un clan.

Pubblicazione del: 27/01/2006
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